DNA e Cane

L'evoluzione in campo genetico e le moderne tecniche del DNA che ne derivano offrono oggi grandi possibilità anche nella veterinaria, in particolare per ciò che riguarda l'allevamento e la selezione del cane di razza. Nel prossimo futuro infatti, grazie ai rapidi progressi raggiunti nel mappaggio del genoma canino, molte malattie genetiche di grande rilievo quali la displasia dell'anca, l'atrofia progressiva della retina, la cataratta, l'epilessia, le cardiomiopatie e la sordità potranno essere diagnosticate precocemente. L'obiettivo è la completa eradicazione di tali malattie dagli allevamenti, ottenibile eliminando dalla riproduzione sia i soggetti portatori sia i soggetti malati ma che non hanno ancora manifestato la malattia.

Il controllo genetico della parentela

Per controllo genetico della parentela si intende l'identificazione certa del padre e della madre del cucciolo, al fine di escludere dalla riproduzione soggetti affetti da patologie ereditarie. Senza questo primo e fondamentale passo, l'identificazione dei riproduttori appunto, tutti gli studi selettivi ed i piani di controllo volti all'eliminazione delle malattie genetiche sono infatti sicuramente destinati a fallire.
Ad oggi studi commissionati dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), dimostrano che in media il 7,5 % dei cuccioli esaminati non corrisponde al padre dichiarato dall'allevatore. Risultati allarmanti derivano anche da test richiesti dagli stessi allevatori, in situazioni particolari in cui non si è certi dell'identità dello stallone, che hanno evidenziato come il 53,8% dei cuccioli non corrisponda al presunto padre.

DNA e cane

Lo studio dell'eredità patologica

La popolazione canina mondiale annovera ad oggi oltre 350 razze, caratterizzate ognuna da un certo fenotipo, ovvero l’insieme delle caratteristiche genetiche visibili, come ad esempio il colore del mantello e degli occhi.
Generalmente per selezionare un certo fenotipo “desiderato” si ricorre ad un numero estremamente ridotto di riproduttori di partenza. Tale pratica, però, se da un lato consente effettivamente di standardizzare un carattere estetico ricercato, dall'altro determina una grave riduzione della variabilità genetica all'interno di ogni razza.
La conseguenza più importante di questo processo è l'aumento della frequenza di caratteri indesiderati (patologie); tant'è che oggi sono numerose le malattie riscontrate con maggior frequenza in alcune razze rispetto ad altre. A conferma di quanto detto, attualmente le patologie a carattere ereditario del cane sono più di 450.
Alla luce di ciò ci si è sempre più impegnati, in ambito genetico, a contrastare o “correggere” questa tendenza, e la chiave di volta è stata offerta proprio dalle tecniche di studio del DNA, che annoverano oggi numerosi test per il riconoscimento dei disordini ereditari del cane.

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Identificazione dei geni responsabili per determinati fenotipi

Le tecniche impiegate per l'identificazione dei geni responsabili delle malattie ereditarie possono essere altresì utilizzate per evidenziare le varianti alleliche responsabili di alcuni caratteri morfo-funzionali.
L'applicazione di questi test su soggetti utilizzati per la riproduzione può, ad esempio, consentire di stabilire quali saranno le caratteristiche fenotipiche relative al colore del mantello nella prole. Per quanto riguarda la razza Labrador, ad esempio, il test consente di conoscere con esattezza il corredo genetico del cane per poter effettuare accoppiamenti “mirati” da cui possono nascere soggetti conformi in tutto e per tutto agli standard di razza.

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